Oblio Oncologico a un anno dall'entrata in vigore della legge n.193/2023
A un anno dall’entrata in vigore della legge n.193/2023 (il 02/01/2024) che reca le “Disposizioni per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche” – con l’introduzione del cosiddetto “diritto all’oblio oncologico” – vogliamo fare alcune considerazioni sul riscontro effettivo in ambito assicurativo.
Questa legge tutela la dignità e i diritti delle persone che hanno avuto un tumore, che hanno affrontato la sofferenza e la durezza delle cure e che hanno superato la malattia.
I malati oncologici in effetti, come anche le persone affette da altre patologie, erano e in parte sono ancora discriminati in diversi ambiti della vita sociale come, ad esempio, nella ricerca di un lavoro, nell’idoneità all’adozione di minori, nella domanda di un mutuo o di una polizza assicurativa sulla vita o la salute.
Con l’oblio oncologico, coloro che possono definirsi guariti secondo i termini di legge, hanno diritto di non fornire informazioni, né subire indagini in merito alla propria pregressa condizione patologica, anche nella stipulazione o il rinnovo di contratti assicurativi.
Secondo la norma, un soggetto può ritenersi guarito da una patologia oncologica, quando le cure ed i trattamenti attivi si sono conclusi, senza che si siano manifestati episodi recidivanti, da più di 10 anni al momento della richiesta di informative specifiche sul suo stato di salute. Se la patologia è insorta prima del compimento del ventunesimo anno di età, questo intervallo temporale viene ridotto a 5 anni.
In Italia, oggi il 24 per cento circa delle persone che hanno avuto un tumore ha ricevuto la diagnosi più di 15 anni fa. È particolarmente estesa la sopravvivenza dopo i 5 anni dalla diagnosi in persone che hanno avuto alcuni tipi di tumore molto comuni nella popolazione, come quelli del seno (88%), del testicolo e della prostata (oltre il 90%).
Il cancro è ancora la seconda causa di morte (il 29 per cento di tutti i decessi) dopo le malattie cardiovascolari, ma chi sopravvive a 5 anni dalla diagnosi ha, dopo alcuni tipi di tumore (testicolo, tiroide, ma anche melanoma, linfomi di Hodgkin e, in misura minore, colon-retto), prospettive di sopravvivenza vicine a quelle della popolazione che non ha mai avuto una neoplasia.
In Italia sono più di 3,7 milioni le persone in vita dopo una diagnosi di tumore: il 6,4 per cento circa della popolazione italiana.
Questo secondo decreto attuativo, che regola le modalità di erogazione dei certificati che attestano l’oblio oncologico, semplifica la vita a tante persone colpite da cancro e guarite che avevano, prima dell’entrata in vigore della legge, stipulato contratti e assicurazioni e che ora hanno diritto ad un adeguamento contrattuale eliminando le clausole peggiorative.
Sono ancora attesi altri due decreti: uno di concerto con il Ministero della Giustizia, per attuare lo stop alle discriminazioni nei confronti di chi fa domanda di adozione (NDR il decreto sull’iter adottivo è stato emanato il 9 agosto 2024); un ulteriore decreto, del Ministero del Lavoro di concerto con la Salute, per la promozione di politiche attive per assicurare a chi ha avuto un tumore uguali opportunità in ambito lavorativo.
Inoltre, sono anche attese una deliberazione del Comitato interministeriale per il credito e il risparmio, sentito il Garante privacy, per attuare l’oblio oncologico in relazione ai servizi bancari, ed una deliberazione dell’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni per attuare l’oblio oncologico in campo assicurativo. L’auspicio è che tali provvedimenti arrivino al più presto per rendere la legge sull’oblio definitivamente operativa.
considerazioni
Dunque con la legge 193/2023 molto si è fatto per prevenire e superare le discriminazioni nei confronti delle persone che hanno avuto un cancro e molto ancora c’è da fare: ma cosa succede se non sono ancora decorsi i termini che decretano la guarigione oncologica?
Quando il tumore è ancora in fase attiva o non sono ancora passati dieci anni dall’ultimo trattamento, ottenere un’assicurazione sulla vita è complicato. La maggior parte delle Compagnie è restia a concedere polizze durante questa fase, alcune potrebbero farlo offrendo coperture limitate, spesso con premi molto elevati o con esclusioni legate al rischio oncologico.
Una discriminazione molto evidente, secondo noi, è quella relativa alla stipula di una polizza vita richiesta in occasione dell’accensione di un mutuo.
Chi ha avuto la sfortuna di avere una patologia oncologica in età lavorativa, proprio quando si comincia ad avere la possibilità economica di costruire il proprio futuro, si trova sicuramente in una situazione di difficoltà.
Scoprire di avere un tumore intorno ai 35 anni, significa seguire un iter chirurgico e terapeutico ipotetico di circa 3/5 anni e, se tutto va bene, per poter essere considerato guarito ed avere diritto all’oblio oncologico, dovrà attendere altri dieci anni dall’ultima cura effettuata in assenza di recidive: significa arrivare a 50 anni senza avere la possibilità di stipulare una polizza vita per l’accensione di un mutuo per l’acquisto della propria casa o semplicemente per garantire la sicurezza economica dei propri figli e dei propri cari.
Per questo noi di BetterTogether continuiamo a lavorare affinché anche queste persone possano avere diritto di accesso ai contratti assicurativi, anche in assenza dei requisiti previsti dalla normativa sull’oblio oncologico.