La Dichiarazione universale dei diritti dell’animale è un documento sottoscritto dalla L.I.D.A. ed altre associazioni animaliste il 15 ottobre 1978 presso la sede dell’UNESCO a Parigi. Pur non avendo valore giuridico, ha lo scopo di proporre un codice etico di rispetto verso ogni animale.

Durante un viaggio i nostri animali domestici non sono tutelati dai cosiddetti “Diritti del Passeggero”, come invece accade a noi, e le leggi che proteggono il loro benessere variano da paese a paese. Per questo motivo le varie compagnie dei trasporti hanno regole diverse ed è importante informarsi con largo anticipo, prima di effettuare un viaggio.

L’articolo 532 della convenzione Iata prevede che, quando ci sono degli animali nelle stive di carico, le condizioni di pressurizzazione e di temperatura debbano essere le stesse in cui viaggiano i passeggeri e le gabbie che ospitano gli animali, devono essere di una misura che consenta loro di stare in posizione eretta… ma non sempre è così: in alcuni casi la stiva non è adeguatamente climatizzata e gli animali possono avere dei problemi di congelamento oppure problemi di respirazione per mancanza d’aria, specialmente in estate (rischio molto elevato soprattutto per i brachicefali come i bulldog), in altri casi il personale non è adeguato e gli animali vengano trattati come se fossero delle valigie (ci sono dei video nei quali si vede chiaramente che diversi dipendenti di compagnie aeree maneggiano i trasportini come se fossero delle valigie, tirandoli in aria o gettandoli a terra).

Secondo i dati diffusi dal Dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti nel 2017, le compagnie aeree statunitensi, trasportando animali domestici nei voli di linea, hanno avuto 24 decessi, 15 feriti e un animale disperso; La United Airlines risulta la compagnia aerea più ‘letale’ per gli animali, soltanto nel 2017 sono rimasti uccisi in stiva ben 18 cani, durante normali voli di linea.

Quanti cani devono ancora morire prima di permettere di tenerli vicini in aereo?